La presenza della mafia nella vita politica e amministrativa rappresenta una minaccia costante alla democrazia e alla legalità dello Stato. In questo contesto, l’associazione Avviso Pubblico in occasione dell’Assemblea nazionale del 2024, in vista delle prossime amministrative, dove voteranno il 50 per cento dei Comuni, e delle prossime elezioni europee, ha organizzato due giornate di convegni a Roma il 20 e il 21 marzo scorsi, con la partecipazione di sindaci e amministratori locali provenienti da ogni parte d’Italia.

Don Ciotti, fondatore di Libera contro le mafie all’iniziativa di Avviso Pubblico. Il primo appuntamento si è tenuto nella nuova sede di Libera, in un bene confiscato a Roma (foto Linda Di Benedetto)

Nel primo appuntamento del 20 marzo, nella nuova sede di Libera situata in un bene confiscato, il fondatore di Libera, Don Luigi Ciotti, ha dichiarato: “Stanno arrivando centinaia e centinaia di familiari delle vittime innocenti della violenza e del male mafioso. Non dimenticate mai che la stragrande maggioranza di loro non conosce la verità. Siamo qui per la 29esima volta, per cercare la verità, per non lasciarli soli, per lottare per i loro diritti, per non dimenticare. Noi ci siamo chiesti nell’arco di questi anni il senso e il significato di tutto questo. E poi, lo chiediamo anche a loro, che non conoscono la verità, che hanno perso le persone più care, che vogliono sentire il nome – sì, sentire il nome – di quelle persone care che sono state assassinate da questa violenza”.

La giornalista Rai Ilaria Alpi, uccisa a Mogadiscio nel 1994 insieme a Miran Hrovatin mentre stavano realizzando un’inchiesta su un traffico internazionale di rifiuti tossici “esportati” da Paesi industrializzati a Paesi africani in cambio di tangenti e armi a politici locali

E ancora. “Abbiamo ricordato – ha detto ancora Don Ciotti – da un’altra parte Ilaria e Miran, assassinati a Mogadiscio, e anche lì non si conosce la verità. Siamo qui. Più tardi ci sarà una veglia, una veglia ecumenica, per saldare un po’ di terra con il cielo, per riflettere, nel rispetto delle varie espressioni che rappresentano il loro percorso della vita. E domani con migliaia e migliaia di giovani, che sono tanti in tante parti d’Italia, qui saremo a Roma, proprio per accompagnare loro, e vedrete domani che molti di loro hanno un cartello che portano al collo con l’immagine, la fotografia delle persone che non ci sono più. Chiedono solo la verità è una responsabilità che abbiamo nei loro riguardi. Siamo una realtà fatta di tanti pezzi”, ha concluso Don Ciotti.

Sta cominciando un’altra giornata importante, i cronisti devono arrivare per tempo, di lì a poco nella sede di Libera a Roma ci saranno solo posti in piedi (foto Linda Di Benedetto)

Il giorno successivo, per la “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, il 21 marzo, dopo la grande manifestazione al fianco di oltre 500 familiari delle vittime di mafia, i sindaci si sono dati appuntamento a Palazzo Valentini per il seminario di approfondimento “Mafia, etica e politica: La responsabilità delle scelte”. All’incontro hanno partecipato figure di primo piano del mondo giudiziario, accademico e istituzionale, e in vista dei prossimi appuntamenti elettorali è stato lanciato un appello da Avviso Pubblico e Libera, ai candidati perché il ruolo degli amministratori pubblici è fondamentale per contrastare l’infiltrazione criminale e promuovere la trasparenza e la legalità nelle istituzioni. Nell’incontro è emersa la responsabilità degli amministratori pubblici che sono i custodi del bene comune e hanno il dovere morale e istituzionale di proteggere gli interessi della collettività dai tentativi di infiltrazione e corruzione della mafia nell’interesse generale e non cedendo alle pressioni o alle minacce provenienti da ambienti criminali.

Tra le sfide principali che gli amministratori pubblici si trovano ad affrontare c’è il finanziamento illecito delle campagne elettorali da parte della mafia. Per questo è stato ribadito quanto è fondamentale adottare misure efficaci per prevenire e contrastare questa pratica, attraverso la promozione di regole trasparenti sul finanziamento politico e il rafforzamento dei controlli sulle donazioni elettorali. Nel seminario organizzato da Avviso Pubblico, è emersa chiaramente la necessità di affrontare la mafia con concretezza e determinazione.

Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico. (Imagoeconomica, Sergio Oliviero)

Il presidente Roberto Montà ha richiamato gli aspiranti candidati alle elezioni ad assumersi responsabilità concrete contro la criminalità organizzata, ponendo l’accento sulla trasparenza e sull’integrità nella gestione della cosa pubblica: “L’Appello che presentiamo oggi chiede a chi si candida di parlare nelle campagne elettorali di mafia e corruzione, che sono un pericolo concreto per la nostra democrazia. Di parlare di un paese che ha 192 miliardi di euro di economia sommersa, che vuol dire affari con le mafie e con i disonesti e che vuol dire meno servizi per i cittadini onesti. Un Appello che parte dal chiedere di non aver paura di dire come si finanziano le campagne elettorali, per ricostruire quel senso di fiducia con la cittadinanza che si va sempre più sfilacciando. Lanciamo questo Appello per chiedere un impegno in investimenti, in educazione, sensibilizzazione e formazione, per dare ai nostri giovani maggiori strumenti e un futuro migliore, libero da mafie e corruzione”, ha concluso Montà.

Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, all’iniziativa di Avviso publbico organizzata nella nuova sede di Libera (foto Linda Di Benedetto)

A seguire il sindaco di Bari, Antonio Decaro, atteso da molti soprattutto dopo la notizia dell’invio di una commissione di accesso da parte del ministro dell’Interno Piantedosi al Comune di Bari ha dichiarato: “Ieri ho indossato la fascia e ho detto che rappresento le istituzioni. Aspetto che arrivi la commissione a cui daremo tutto il supporto e l’assistenza necessaria e la documentazione che sarà chiesta perché non abbiamo niente da nascondere”.

Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, aveva indossato la fascia tricolore per rivolgersi ai suoi concittaini Un incontro forte, a testa alta, scandito da lacrime (imagoeconomica, Saverio De Giglio)

Prosegue Decaro: “Ieri però ho dovuto dire da rappresentante delle istituzioni che per un ente locale è inquietante vedere un gruppo di parlamentari del centrodestra che vanno nella stanza del ministro, fanno una fotografia e comunicano di aver chiesto al ministro di nominare una commissione per poter sciogliere il Consiglio comunale di Bari, magari omettendo di dire allo stesso ministro che il consigliere comunale arrestato era stato eletto nelle file del centrodestra, non nella mia parte politica. Dopodiché io sono un sindaco e rispetto le istituzioni, spero facciano tutti la stessa cosa”.

Un momento del convegno di Avviso Pubblico. Il primo a sinistra al tavolo della presidenza è il procuratore Giuseppe Gatti (foto Linda Di Benedetto)

Di grande effetto è stato l’intervento del Sostituto Procuratore Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, Giuseppe Gatti, che ha richiamato la cittadinanza alla responsabilità di contrastare la mentalità mafiosa presente nella società, sottolineando l’importanza della solidarietà e della vicinanza alle vittime delle intimidazioni mafiose. “È un dovere morale per ognuno di noi combattere il crimine organizzato e proteggere la nostra comunità. Le mafie sono cambiate ma non hanno abbandonato la forza della sopraffazione. Sono entrate nel narcotraffico internazionale e questo ha cambiato le carte in tavola. E grazie a questo controllo alterano gli equilibri dei mercati, delle democrazie avvicinandosi sempre di più ad un livello di prossimità con la cittadinanza. Per questo la potenza delle mafie siamo noi – ha concluso il sostituto procuratore – Siamo noi, con il nostro appoggio o anche solo con la nostra indifferenza che diamo loro la forza. Per questo la solidarietà e la vicinanza a tutti coloro che vengono minacciati e intimiditi è un dovere della Repubblica, perché come ci ricordava Rita Atria, per sconfiggere la mafia la prima cosa da fare è combattere la mentalità mafiosa che è dentro di noi”.

(Foto Linda Di Benedetto)

Il seminario è continuato con le testimonianze coraggiose dei sindaci Michela Favaro di Torino e Gianluca Vurchio di Cellamare che hanno dimostrato che è possibile resistere alla violenza e alle minacce delle mafie, difendendo i valori della democrazia e della legalità. Questi esempi di coraggio devono ispirare tutti noi a non abbassare la testa di fronte alle intimidazioni e a difendere con fermezza i principi su cui si fonda la nostra società.

(Imagoeconomica, Raffaele Verderese)

Infine, la Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, ha posto l’accento sull’importanza di aggiornare gli strumenti nella lotta contro le nuove forme di criminalità organizzata, promuovendo una cultura di legalità e responsabilità. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo costruire un futuro libero da mafie e corruzione.

Così nel cuore di Roma in un momento di condivisione e di impegno senza precedenti, sindaci, amministratori locali e cittadini provenienti da ogni angolo d’Italia si sono riuniti per commemorare le vittime innocenti della mafia e per rinnovare il loro impegno nella lotta contro questo male che non conosce frontiere. Grazie a queste iniziative ancora una volta è stato possibile dimostrare come la sensibilizzazione su certe tematiche, possa contribuire a rafforzare il tessuto sociale e a creare un clima di fiducia e partecipazione nella vita pubblica perché che la lotta contro la mafia non può essere affrontata in modo isolato dagli amministratori pubblici, ma richiede il coinvolgimento e l’impegno di tutta la società. Solo attraverso una mobilitazione collettiva e una volontà comune di difendere i valori della democrazia e della legalità si potrà sconfiggere definitivamente l’influenza criminale e costruire un futuro migliore per le generazioni presenti e future.

Linda Di Benedetto, giornalista

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