“I nazi-fascisti, dopo Rovetino, Castel Croce e Pozza Umito si spostarono su Montemonaco che raggiunsero alle prime ore del mattino del 18 marzo 1944. Una colonna rimase bloccata dalla neve, mentre l’altra raggiunse il capoluogo. Si incontrò con la Guardia Municipale Cesaretti, che tentò di rassicurarli dicendo che a Montemonaco non c’erano armi e, nel tentativo di convincerli, disse pure che alcuni giorni prima egli, tornando da un sopralluogo, aveva rinvenuto un moschetto sul ciglio della strada, invitandoli ad entrare nello stalletto delle pecore per consegnarglielo. Appena ebbe mostrata l’arma, presente il figliolo di 16 anni, venne ucciso e la stessa sorte toccò al giovane figlio.
Il giovane fermano Bellesi Enrico fu trucidato con una mitragliata mentre si allontanava correndo. Eguale fine fecero Rinelli Angelo e Zocchi Adolfo.
Altri 10 partigiani, accerchiati, furono catturati a Tofe di Montemonaco e allineati sull’argine della strada. Il combattente Amici si fece avanti chiedendo per tutti di essere considerati militari e, quindi, trattati come tali. Venne spinto violentemente insieme agli altri e tutti e dieci passati per le armi.”

Da “Memorie sulla lotta partigiana”, ANPI – Comitato Provinciale di Ascoli Piceno, 2004